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Il riscatto di Radu parte da Venezia

Radu al Venezia

Francesco Ressa

La parabola sportiva di Ionut Radu incarna perfettamente le due facce del calcio moderno: una macchina impietosa che può distruggere un giocatore in un attimo, ma anche un mondo dove si possono ancora scrivere storie di riscatto. Il portiere rumeno, cresciuto nelle giovanili dell'Inter, ha vissuto il dramma, non solo sportivo, di un errore fatale che sembrava aver compromesso per sempre la sua carriera.

Sballottato tra Italia, Francia e Inghilterra, davvero in pochi avrebbero potuto immaginare quello che sta accadendo a Venezia, dove Radu sta dimostrando che la determinazione può trasformare una caduta rovinosa in una rinascita.

L'ascesa spezzata da un errore fatale

La storia di Radu è quella di tanti altri ragazzi con il sogno di diventare un calciatore professionista. Arrivato in Italia da giovane promessa, è cresciuto nella Primavera dell'Inter, per poi iniziare a girare in prestito all'Avellino in B e poi al Genoa in Serie A. Il monopolio di Samir Handanovic tra i pali dell’Inter continuava a reggere incontrastato, ma il suo ritorno come secondo era considerato un momento decisivo per capire se il suo futuro potesse essere proprio nella squadra che l'aveva reso un professionista.

Il 27 aprile 2022 tutto è cambiato. Durante Bologna-Inter, unica sua apparizione in stagione, un'innocua rimessa laterale verso di lui si è tramutata in un errato controllo che ha portato al gol di Sansone, regalando la vittoria agli avversari. Un episodio che poi si è rivelato cruciale nella corsa scudetto. Il video della sua incertezza è diventato virale in pochi minuti, trasformandolo nel capro espiatorio di un’intera tifoseria.

Il tribunale spietato dei social

Nell’era dei social media, il giudizio non si ferma al campo. Il web si è trasformato in un'arena senza pietà: meme, commenti sprezzanti, insulti. Radu si è trovato travolto da un’ondata di odio che ha superato i confini sportivi, toccando la sua sfera personale e psicologica.

Il portiere rumeno è diventato l’obiettivo di una shitstorm senza precedenti: i tifosi interisti lo hanno additato come responsabile dello scudetto sfumato, mentre quelli milanisti e non solo hanno cavalcato l'onda con ironia feroce. Ogni sua successiva apparizione in campo veniva scandagliata con il pregiudizio di chi già aspettava il prossimo errore.

La svolta passa da Venezia

Il calcio, però, offre sempre una seconda possibilità a chi è disposto a lottare. Dopo esperienze difficili in prestito, Radu ha trovato inaspettato rifugio a Venezia allo scadere del mercato di riparazione. Il grave infortunio di Stankovic, anche lui proveniente dall'Inter, ha offerto l'opportunità di rilanciarsi in una squadra in cui le pressioni sono minori, ma con la necessità di dover immediatamente contribuire al tentativo di salvezza dei lagunari.

Non era affatto facile prendere il posto del figlio di Dejan, alla sua prima stagione in Serie A tra le più sorprendenti della prima parte di stagione. L'inizio di Radu è stato onesto, crescendo di giornata in giornata e culminando nella partita straordinaria contro il Napoli, in cui ha realizzato sette interventi decisivi guadagnandosi il terzo titolo di MVP in poche settimane. Un momento simbolico, che ha certificato il suo ritorno a pieno titolo dove gli compete.

 

La battaglia invisibile: tra pressioni e riscatto

Importanti le sue parole nell'intervista rilasciata a caldo dopo il ritiro del premio:
"Se ho la pelle d'oca per essermi ripreso la Serie A dopo un periodo non semplice? Sì, sono contento perché solo io e mia madre sappiamo quanto ho sofferto in questo momento. Ora sono qui e sono contento di poter dare una mano, rimango umile sapendo che ci vuole un attimo per andare in alto come per scivolare in basso."

Alle sue parole si sono aggiunte anche quelle del suo attuale agente Pastorello, che su Sky Sport ha fatto qualche riflessione su di lui, credendo anche alla possibilità che entro qualche anno possa essere titolare in Champions League.

La sua maturazione si riflette anche nel suo approccio al ruolo: meno impulsivo, più riflessivo, con una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità. Venezia gli ha offerto il contesto giusto per ricostruirsi, ma il vero lavoro è avvenuto dentro di lui.

Quale futuro per Radu?

Oggi è davvero difficile prevedere cosa accadrà a fine stagione, anche perché ha firmato un contratto con scadenza giugno 2025. Le sue prestazioni con la maglia del Venezia hanno riacceso l'interesse attorno al suo nome, riaprendo scenari che sembravano preclusi. Molto dipenderà da tutta una serie di situazioni che al momento sono davvero complicate da immaginare: salvezza Venezia, gestione Stankovic, varie ed eventuali.

Ora quel che conta è sapere che Radu è un giocatore pienamente recuperato sotto l'aspetto mentale, pronto a giocarsi le sue carte, consapevole di ciò che è stato, ma archiviato nelle esperienze formative.

Gli sfottò, gli insulti e le offese gratuite, purtroppo, fanno e faranno parte del bagaglio di tutte le persone che hanno la fortuna di far parte attiva di questo mondo, ma il resto della sua storia è tutto ancora da scrivere.